La sera prima

 Nella mia vita ho avuto un sacco di "sere prima". Non sempre erano sere prima di cose belle, molte volte sono state sere prima di esami, di concorsi, o altro. Sempre hanno in qualche modo significato una svolta.

Questa è una sera prima molto particolare, è la sera nella quale abbiamo iscritto Matteo ad una scuola "impegnativa", soprattutto per noi e per le nostre possibilità. A dire il vero non lo abbiamo fatto completamente da soli però rimane il pensiero.

La scelta è arrivata a maggior ragione dopo che abbiamo visto il contesto attuale. Allora abbiamo capito che non c'era molta scelta. Io e Dany ci siamo più volte detti che con ogni probabilità non potremo lasciare ai nostri figli chissà quale valore materiale, ma faremo di tutto per metterli in condizione di farsi la loro vita con tutti gli strumenti di cui possono avere bisogno, in primo luogo la conoscenza.

Però è anche la sera prima dell'acquisto di una nuova casa, molto grande, che dovrebbe accontentare le nostre esigenze sopratutto di spazio e di indipendenza.

E' una sera particolare, dopo tanti anni mi sono messo ad ascoltare Radio OP con la differenza che ora la tecnologia permette all'informazione di trasmettere in diretta le immagini dall'interno della manifestazione in maniera chiara e continuativa, cosa che avveniva in modo parziale negli ultimi anni in cui la ascoltavo.

E' strano, dopo tanti anni a cercare la soddisfazione mi trovo oggi, in una situazione di estrema emergenza, dove non sappiamo cosa ci aspetta domani, ad essere investito di una forte responsabilità, come ho già detto forse in altri momenti, mi trovo nelle riunioni più importanti dal punto di vista amministrativo, mi trovo a fare quello che ho sempre, in qualche modo, sognato ma ho paura.

Ho paura che questa condizione di felicità possa presto trasformarsi in qualcosa di negativo perché si, ho paura che troppa felicità duri poco.

Ho paura che questo equilibrio si sia creato da quando sono tornato in questa casa, dalla quale per anni sono fuggito ma che, da quando mi sono trasferito, mi ha dato un senso di tranquillità che fatico ad ammettere e a descrivere. E' come se mia mamma e mio papà fossero ancora qui con me, anche se non li vedo, in qualche modo li sento, non sento più il vuoto che per 7 lunghi e faticosi anni mi sono portato dentro. Ma allo stesso tempo ho paura, innanzitutto di lasciare questa casa, di tornare a sentire quel vuoto che nemmeno andando al cimitero sono mai riuscito a riempire. Ed ho paura che la scelta non sia stata quella giusta, perché va bene che per ottenere qualcosa lo devi sudare, ma la casa che stiamo per comprare ce ne ha fatte sudare veramente tante di camicie.

Ora più che sera sta diventando notte, notte fonda, allora è meglio andare a riposare, che domani sarà un altro giorno difficile, in attesa di un'altra sera prima. 

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