Fase -2

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Dopo due mesi è arrivata la tanto attesa Fase 2. Sembra che il contagio sia quasi azzerato, in realtà in Lombardia si registrano ancora nuovi casi. Però si va avanti, il tessuto sociale e produttivo sta cominciando a risentire dello stop forzato. E anche le persone, negli ultimi tempi tanti sono stati gli episodi di esuberanza, si cominciavano a intravedere comportamenti difficili da gestire.

La ripresa è sicuramente un dato positivo, tuttavia per chi non si è mai fermato può avere qualche effetto inatteso. Il periodo è stato lungo e, in un modo o nell'altro era quasi diventata la normalità. Si viaggiava su strade libere, pochissime macchine, pochissimi pedoni, nessuno in giro. Nei periodi di massima allerta gli unici frequentatori delle strade eravamo noi, le ambulanze in sirena, ed i carri funebri. Non era normale, ma dopo un po' ci siamo abituati anche a questo. 

La paura è stata tanta, ho persino pensato di non tornare a casa per non rischiare di portare il virus alla mia famiglia. Poi ho trattenuto il fiato e sono andato avanti. Tante volte ho pensato se ho fatto la scelta giusta. Non lo so però svegliarsi con la voglia di andare a lavorare è tutta un'altra cosa.

Ci sono stati tanti momenti difficili anche al di là del problema del virus. 

Quello che è certo è che in queste situazioni esasperate e mai provate prima, quasi nemmeno teorizzate e provate direttamente sul campo, è emerso in maniera esasperata il buono e il cattivo delle persone.

Chi usava la testa ha continuato a farlo, chi ha sempre lavorato ha lavorato ancora di più ma, allo stesso modo, chi metteva davanti i propri diritti rispetto ai propri doveri anche qui ha preteso e, purtroppo, spesso ha anche ottenuto. Chi lavorava ha lavorato il doppio o il triplo senza che fosse necessario chiederlo.

Per tutto il periodo l'impressione che fluttuava nell'aria e nella testa di tutti era che non si potesse più tornare indietro, almeno per un po'. Vi era però anche la speranza che la direzione da prendere non potesse che essere quella per la quale tutto non tornasse come prima e che, in qualche modo, si potesse fare tesoro di quanto  fosse capitato.

Purtroppo non sembra essere così. Sembra che sia stata vissuta come una parentesi, un periodo di sonno e al risveglio si ricominci da dove si era rimasti, con lo stesso atteggiamento, soprattutto nelle parti meno utili.

Ora occorre riabituarsi al traffico, alla frenesia, alla gente. Soprattutto nei primi tempi sarà difficile, perchè per più di due mesi il pensiero era quello di non dover trovare nessuno e chi era in giro doveva pure darti un motivo.

Abbiamo fatto e stiamo facendo la storia. Fino ad ora gli avvenimenti che sono capitati nella mia vita li ho vissuti un po' da spettatore. In questo caso ho avuto una parte. 

La cosa che però più mi rattrista è più che una ripartenza mi sembra ci sia una regressione, non tanto verso un nuovo modello ma verso una fase  - 2.

Spero tanto che non sarà così.

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