ORIZZONTE

Ho imparato a guardare sempre lontano, a non fermarmi mai a quello che sto vedendo in questo momento.
Questa foto è molto significativa, c'è tanto buio sopra la testa ma la luce che si vede è una nuova alba.
Sarebbero tante le cose da raccontare ma ci sarà tempo per farlo.
Adesso è importante dire che si è accesa una luce anche se con tutte le variabili ancora da superare.
Il cambiamento non sarà per nulla indolore ma la prospettiva è sicuramente quella che ti porta a dire che potrebbe essere la strada giusta.
Si cambia per restare vivi, per non doversi guardare indietro e dire è andata così.
Su tante cose devo ahimè dirlo ma, proprio perché sono costretto a farlo, ho imparato che non bisogna lasciare andare niente. Se si rimane dove si è si rimane fermi.
Passati i quaranta, la concezione del tempo cambia, si misura diversamente. Per certi aspetti in maniera più intensa, non hai più l'impressione di avere uno spazio infinito perché ti rendi conto di aver fatto tanto. 
Guardo i miei bambini, sono tutti e tre sulle poltrone, si stanno guardando un film (Dino e la macchina del tempo). 
Loro sono la dimostrazione del tempo, prima non c'erano, ora sono già grandi, Marco ha finito la prima elementare, Matteo va in quarta e Riccardo finisce il primo anno di scuola materna.
I ricordi si accumulano, sono sempre di più. Il rischio e la paura è quella di abituarsi, anche ai ricordi e di non viverseli.
Tante volte, sopratutto Matteo, dice che vorrebbe scrivere un libro sulla sua vita, per cerare di ricordare tutte le cose che fa e che vive. Allora noi gli diciamo che ci stiamo provando noi, a "scrivere" il libro della loro vita, con le tante foto ma, sopratutto, con le nostre sensazioni, i nostri pensieri e quanto non riusciamo a dirgli.
Lo facciamo scrivendo queste poche righe che, speriamo, possano andarsi a leggere tra molti anni, magari capendo e rivivendo tante cose che per le quali ora non riescono a darsi una spiegazione.